Palinuro: “l’eco-mostro delle Saline”, la discussione arriva in Parlamento

La popolazione di Palinuro in rivolta contro quello che definiscono uno scempio ambientale: esposto in procura e raccolta firme per fermare l’istallazione dell’antenna

Floriana Cesarino, Europa Verde – Città di Sapri
E’ giunta in Parlamento la questione riguardante l’antenna radiofonica da costruire a Palinuro, località turistica cilentana nota a livello internazionale per le sue bellezze naturalistiche, e precisamente in località Saline, area protetta rientrante nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Pino Bicchielli, presidente della Commissione dissesto idrogeologico e sismico e coordinatore del comitato di inchiesta “Sistema Cilento”, ha infatti, presentato un’interrogazione parlamentare urgente ai Ministri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, della Cultura e del Turismo, in merito all’edificazione di quello che è già stato ribattezzato come “l’eco-mostro delle Saline”. Quest’area, infatti, famosa per le sue spiagge incontaminate, rischia di subire ingenti danni a causa di una costruzione che per sua natura ha un notevole impatto paesaggistico e ambientale.
Dubbi sono stati sollevati anche in merito all’acquisizione dei pareri necessari per la realizzazione dell’antenna, che sarebbero stati ottenuti senza un’adeguata valutazione delle conseguenze ambientali che una tale opera comporterebbe. Da quanto si evince, infatti, alcuni pareri, come quello dell’Arpac, sarebbero stati rilasciati per semplice decorrenza dei termini, mentre il Comune di Centola-Palinuro avrebbe concesso parere favorevole tramite il meccanismo del silenzio-assenso, salvo poi recentemente avviare la procedura necessaria per annullare l’atto in autotutela.
Interpellata in merito alla situazione, la Consigliera di opposizione del Comune di Centola-Palinuro, Francesca Del Duca, auspica che “si faccia rapidamente marcia indietro su questa vicenda, ancora non chiara per molti aspetti. Dal canto mio”, assicura ancora Del Duca, “userò tutto il potere che il mandato popolare mi ha conferito per tutelare tutta la bellezza del mio territorio, la salubrità dell’aria e per garantire la custodia delle sue spiagge, tra le più belle ed incontaminate del mondo”.

La preoccupazione della popolazione locale ha portato alla costituzione di un comitato, che si è subito adoperato per la raccolta firme finalizzata a chiedere la revisione del progetto, e alla mobilitazione di piazza. I timori dei cittadini riguardano non solo gli evidenti danni che un impianto così invasivo provocherebbe ad un ecosistema già fragile come quello dell’area protetta, ma anche le ripercussioni che l’esposizione alle emissioni elettromagnetiche potrebbe avere sulla salute pubblica e le conseguenze che avrebbe sull’economia locale, basata sul turismo sostenibile.
Sull’argomento è intervenuto anche il dottor Carlo Vita, recentemente nominato Responsabile Sanità e Politiche sociali EUROPA VERDE per la provincia di Salerno, il quale ha dichiarato: “Come si fa a consentire, in un’area protetta che fonda la propria economia sul turismo, un’opera simile, le cui emissioni sono ancora oggetto di studio ed approfondimenti scientifici e di cui ancora non conosciamo precisamente le ricadute e le conseguenze che si possono avere su cellule giovani come quelle dei bambini?”, e, da parte sua, l’On. Andrea De Simone aggiunge: “E’ un’area protetta da tutelare e difendere. Il patrimonio ambientale e culturale di Palinuro si deve sviluppare con ben altri programmi! Questa vicenda può rappresentare l’occasione per parlare di un futuro diverso per Palinuro e il Cilento”.
Adito in seguito ad un esposto presentato presso la Procura della Repubblica per accertare eventuali irregolarità nella concessione dei permessi e delle procedure amministrative adottate, il TAR Campania, in data 28 febbraio 2025, ha emesso un provvedimento cautelare che prevede la sospensione dei lavori.
Lascia, però, quantomeno perplessi l’operato dell’ente Parco, primo custode e paladino a salvaguardia del territorio, che ha concesso il nullaosta per l’edificazione di un’opera così altamente impattante in un’area tutelata da specifici vincoli paesaggistici e ambientali e che, com’è noto, richiama turisti e amanti della natura da tutto il mondo.
E’ ora che anche il governo scenda in campo e intervenga per scongiurare una situazione che lederebbe non solo l’economia locale, ma anche l’ambiente e la salute pubblica, la cui difesa è garantita dalla Costituzione “anche nell’interesse delle future generazioni”.