Sala Sonsilina (SA): Convegno sulla giustizia riparativa e la funzione della pena nell’ordinamento giuridico italiano.
di Michele D’Alessio
3 marzo 2023
Aula Magna delle scuole Elementare di Sala Consilina, si è svolto il Convegno, organizzato dall’Unione Giuristi Cattolici di Sala Consilina in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Lagonegro, sulla “Giustizia riparativa e la funzione della pena nell’ordinamento giuridico italiano”. L’evento è dedicato alla giustizia riparativa, tema divenuto di stringente attualità in ragione delle modifiche normative in atto.
Le tre sessioni permettono di avvicinarsi alle esperienze e alle pratiche di mediazione penale, divenuto di stringente rilievo per gli enti locali e la comunità sociale, nella prospettiva della prossima apertura dei centri pubblici di giustizia riparativa che sono previsti dalla recente normativa in materia.
I Relatori del seminario sono stati l’Avv. Bonafine Enzo, presidente COA Tribunale Lagonegro, il Dott. Silvio Maria Piccinno Presidente della Sez. Penale del Tribunale di Lagonegro e il Dott. Corrado Lembo già Procuratore Capo Tribunale di di Salerno. L’Introduzione è stata ad opera dell’avv. Angelo Paladino, Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici di Sala Consilina, mentre le Conclusioni sono state affidate a S.E. Padre Antonio De Luca Vescovo della Diocesi Teggiano-Policastro.
La Giustizia Riparativa è una forma di giustizia che ha dei profili molto differenti rispetto al diritto penale. Pertanto, per comprendere chiaramente la struttura della Giustizia Riparativa è possibile utilizzare un’allegoria della giustizia che “ritorna già a partire dal tardo Medioevo e dal Rinascimento” .
Secondo questa tradizione, la giustizia è una donna che è rappresentata da tre simboli: la bilancia, la spada e la benda. Ma la spada si trova ai piedi della donna. Questo primo elemento ci consente di dire che la donna, ossia la giustizia, rinuncia alla spada e quindi alla violenza per risolvere un conflitto. Si profila dunque un superamento della giustizia arcaica, “si rinuncia all’esercizio della forza, del potere, della violenza per privilegiare la bilancia e la benda”