L’ex Ministra Lucia Azzolina , una donna che alla scuola deve tutto,anche i banchi nuovi a rotelle?
di Pietro Cusati detto Pierino
I banchi a rotelle un’operazione senza precedenti nelle Scuole italiane,una quantità di arredi pari a dodici volte la produzione italiana di un anno. Nel 2020 la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, rese nota la consegna dei 2,4 milioni di banchi nuovi a rotelle alle scuole italiane.‘’Le chiacchiere passano. I fatti restano. Questo è un investimento che resta.»,disse la ministra Azzolina. Che fine hanno fatto quei banchi? Quanto sono costati?
I banchi a rotelle furono una grande innovazione ? L’ex ministra dell’Istruzione rivendica la scelta dei famosi “banchi a rotelle” nelle scuole. Secondo Azzolina quei banchi “hanno rappresentato una grande innovazione per il Paese”. Finalmente lo Stato ha investito sugli arredi: cosa che non si faceva da anni. Circa il 70% dei banchi al sud sono stati cambiati, perché erano vecchissimi e mal ridotti. Lucia Azzolina, già ministra della Istruzione con il governo Conte bis ha scritto un libro autobiografico ‘’La Vita insegna’’ che racconta serenamente le sue vicissitudini con semplicità,percorrendo la sua strada senza smarrirsi.Il punto centrale del libro, “La vita insegna. Dalla Sicilia al ministero, il viaggio di una donna che alla scuola deve tutto”, con prefazione di Liliana Segre, Baldini & Castoldi , a parte la scuola, tenuta sempre nel cuore, è proprio la sua semplice ma leale scalata al palazzo . Un incarico ottenuto solo per competenza, lei emigrata al Nord per stare nelle aule scolastiche, non già per compromessi politici. Le parole più ricorrenti nel libro di Azzolina sono: “la scuola deve essere un ascensore sociale“ e “lo studente sempre al centro”, che a quel tempo erano sostituite da “docenti fannulloni” e “la scuola non è un ufficio di collocamento”. Azzolina se la prende pure coi sindacati, più propensi alla difesa dell’esistente che a progettare il futuro, con certo snobismo di avere difronte una donna certamente preparata, ma ancora troppo giovane, troppo bella e perfino con un accento meridionale che comunque non depone mai bene e soprattutto se si è donna. Nel libro ci sono pure le immagini della sua infanzia a Siracusa, il rapporto privilegiato con la sorella, i sacrifici dei genitori per mantenerla agli studi, l’emigrazione forzata per il lavoro.