23 Novembre 2024

27 settembre 1822 (200 anni fa)

Decifrati i geroglifici: Per duemila anni la lingua dell’antico Egitto era rimasta uno dei più grandi misteri non svelati, in cui era rimasta nascosta la storia di una civiltà millenaria.

Fu l’archeologo francese Jean-François Champollion a scoprire la chiave esatta per decodificare i Geroglifici (il termine per gli egiziani significava “sacra incisione”), che gli antichi storici greci e latini inutilmente avevano cercato di interpretare. La sua geniale intuizione, contenuta nella “Lettera a M. Dacier”, fu esposta per la prima volta all’Académie des Inscriptions et Belles Lettres di Parigi, il 27 settembre 1822. Fondamentale era stata la scoperta della preziosa Stele di Rosetta, una lastra in basalto (oggi conservata al British Museum di Londra) recante un decreto di Tolomeo V scritto in tre lingue diverse: geroglifico, demotico e greco.Dopo inutili tentativi di archeologi e linguisti di chiara fama, il giovane Champollion, fin da bambino appassionato di lingue antiche, ricevette una copia della stele e ne rimase affascinato. Grazie alle sue profonde conoscenze della lingua copta, riuscì a trovare le corrispondenze tra la parte in demotico (ultima evoluzione dell’antico egizio, vicino al copto) e quella in greco, e di qui al geroglifico antico. Le sue conclusioni smentirono le vecchie tesi che ritenevano il geroglifico un tipo di scrittura meramente figurativa. Dimostrò il contrario scoprendo il valore fonetico dei simboli e due anni dopo approfondì la scoperta nel Précis du Système hiéroglyphique. Sempre a lui si deve la prima lista di faraoni con i rispettivi anni di regno. Per questi meriti Champollion fu salutato in patria come un eroe nazionale. Porta il suo nome un museo istituito a Figeac, sua città natale.

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