Sapri, c’era una volta un gruppo
di Domenico Smaldone
Era il 1976, di ritorno da Orvieto caricati i mobili sul camion arrivai al mio paese Sapri.
Con ha carico una famiglia pensai subito di trasferire la mia esperienza nel gruppo archeologico Orvietano a Sapri.
Riunì un po’ di ragazzi e da casa mia incominciai le ricerche sul territorio.
Un bel giorno stavo alla finestra ed un signore distinto si presentò: senta sono Felice Cesarino, so che lei si sta interessando di Archeologia volevo sapere in quanto sono ispettore onorario. In quel momento ero un po’ perplesso.
Poi capii che si stava avverando il grande sogno di avere un vero gruppo capace non solo di fare ricerca ma di dare un certo valore scientifico.
Io dico sempre che in quel momento la teoria e la pratica si incontrarono è nacque un gruppo di persone che diede un grande aiuto alla conoscenza e scoperta di aree di interesse storico archeologico.
Il gruppo prese il nome di: Gruppo Archeologico Golfo di Policastro, associato ai gruppi archeologici d’Italia è stato uno dei primi in Campania.
Fu un gruppo che diede a molti ragazzi un indirizzo di studio ed oggi sono in giro per il mondo.
Altri sono rimasti alcuni seguono la ricerca e la valorizzazione del territorio con successo altri impegnati in varie attività ma tutti portano nel cuore quei momenti.
Mi sembra doveroso dire che senza Felice Cesarino non avremmo mai raggiunto una certa credibilità com’è anche giusto dire che ragazzi come Tonino, Gaetano, Sergio, Ezio e mi ci metto anch’io non avremo mai avuto tanta attenzione dagli organi addetti ai lavori.
Da Sapri sono passati tutti i responsabili della soprintendenza che avevano noi come punto di riferimento sul territorio, contavamo, oggi manca un gruppo di lavoro del genere.
Solo un caro amico ha saputo prendere iniziative come la nostra Sergio Massimilla e come quel gruppo di allora sta facendo iniziative straordinarie grazie a tante persone che hanno recepito il messaggio, il testimone è passato ed è in buone mani.
In tutti quegli anni abbiamo scoperto numerosi insediamenti valorizzato aree ritenute di scarso interesse, abbiamo portato l’attenzione su santa Croce e in collaborazione col caro amico Mario Massimiliano all’ora consigliere alla cultura abbiamo fatto avere il decreto ministeriale come bene di interesse nazionale dei beni archeologici d’Italia tutta l’area di santa croce dove dal 1700 già gli antiquari da tutte le parti la depredavano distruggendola ma haimè sembra che anche i nostri sforzi siano stati invano.
Noi abbiamo uno dei più grandi insediamenti di villa marittima sul Tirreno e la più grande incapacità di una cittadinanza di saper conservare i propri valori da dare ai propri figli.
Dietro quei momenti molte volte ci sono dei rimpianti ma guardandoli nella mia memoria come una moviola mi si gonfia il cuore e mi rendo conto che solo le cose belle restano per segnare il cammino dell’uomo.
Quei tempi sono il mio orgoglio per lo studio per le cose conosciute e scoperte ma per quel tessuto umano unico quella compagna di viaggio l’archeologia sono stati per me qualcosa di inimmaginabile.
Domenico Smaldone