È possibile parlare di diritti soggettivi rispetto alla tutela dell’ambiente e della salute per chi non è ancora nato?
di Pietro Cusati, detto Pierino
Il futuro è il presente. I diritti delle future generazioni, ambiente e salute, come far valere i diritti a chi non è ancora nato e tenere, al tempo stesso, presenti le pretese dei più giovani, già esposti ai gravi rischi del cambiamento climatico? I giudici costituzionali di quattro paesi dell’Europa meridionale e mediterranea hanno affrontato alcuni punti cardinali dell’ampio dibattito suscitato dalla sentenza della Corte costituzionale federale tedesca, che ha giudicato poco ambiziosa, in relazione ai diritti delle future generazioni, la legge del 2019 che regola in Germania le misure per limitare le emissioni di gas nell’atmosfera entro il 2030. L’impatto causato dai cambiamenti climatici, e alle conseguenze che essi possono determinare per l’ambiente e per la salute delle popolazioni, la prima necessità rilevata dai giudici costituzionali è stata quella di valorizzare l’azionabilità dei diritti e stimolare il legislatore a intervenire con misure incisive. Le Corti costituzionali hanno il dovere di innalzare il livello di consapevolezza, di scuotere le coscienze e di consolidare la tutela dei diritti, perché la salvaguardia dell’ambiente così come la difesa della salute pubblica costituiscono beni indivisibili. Basandosi sui principi cardine di non regressione, di proporzionalità e di solidarietà, le Corti devono prendere in considerazione l’oggi ma devono proiettare lo sguardo verso il domani. Le Corti costituzionali saranno chiamate a precisare in modo puntuale il ruolo della scienza e a rafforzare la fiducia nelle conoscenze che essa ci mette a disposizione. Con questo spirito di condivisione sui temi che pongono al centro dell’attenzione la persona e la dignità umana, i quattro presidenti delle Corti Costituzionali di Italia, Francia, Spagna e Portogallo , si sono dati appuntamento per il 2024 a Madrid.