SUICIDIO TRA I GIOVANI: PERCHE’ AUMENTANO SEMPRE DI PIU’?
Di Martina Lanzetta
Il suicidio è l’atto con cui ci si procura la morte, il gesto più estremo che una persona possa compiere poiché si decide volontariamente di mettere fine alla propria esistenza.
Tale fenomeno è uno dei principali e più gravi problemi di salute pubblica, e richiede la nostra attenzione dato che, purtroppo, la sua prevenzione e il suo controllo non sono un compito facile. Le attuali ricerche dimostrano che un’azione preventiva richiede una serie di interventi, che vanno dalle migliori condizioni educative possibili per bambini e giovani fino al monitoraggio sociale dei fattori di rischio.
Esso viene solitamente attribuito a casi di condizioni di grave disagio o di malessere psichico, o motivazioni personali (condizioni economiche e sociali, abusi, delusioni amorose, bullismo, condizioni di salute ecc.). Si è notato, però, che l’incidenza del suicidio è particolarmente in aumento tra i giovani. Infatti, ogni anno sono quasi quarantaseimila i bambini e i ragazzi che decidono di togliersi la vita e la loro età, nella maggior parte dei casi, è compresa tra i dieci e i ventinove anni. Secondi i dati Istat, in Italia sono quattromila i giovani che ogni anno si tolgono la vita. Nel 2021 sono stati 220mila i ragazzi insoddisfatti della loro vita, in condizioni di scarso benessere psicologico, costretti a subire anche gli effetti della pandemia mondiale e dunque privati della scuola e della loro vita sociale. Ma sono molti i segnali da non sottovalutare, le richieste implicite d’aiuto.
Allora, cosa si può fare in tema di prevenzione?
Anzitutto, è bene parlare con i ragazzi non appena si notano comportamenti diversi dal solito: mutismo, depressione, isolamento, aumento delle ore passate su internet a scapito della vita reale. Spesso dietro a un cambiamento improvviso si nascono episodi di bullismo. Se i ragazzi accennano a pensieri suicidi o mostrano segni di autolesionismo, è importante approfondire con delle domande generiche. Bisogna, poi, prestare attenzione alle abitudini del ragazzo, come l’abuso di sostanze. È sicuramente importante anche non isolarsi. Una volta scoperto che un ragazzo è in difficoltà è importante chiedere aiuto a familiari o conoscenti di fiducia. Se siete preoccupati o avete dei sospetti cercate informazioni. Infine, non esitate a chiamare: il pediatra, uno psicoterapeuta, uno psichiatra o un centro di salute mentale. Il disagio mentale e la sofferenza psicologica non sono qualcosa di cui vergognarsi e da nascondere.
È possibile chiedere aiuto chiamando il numero 112 o trovando supporto con Telefono Amico Italia, che è raggiungibile attraverso il numero 02 2327 2327 e risponde 365 giorni all’anno grazie a 500 volontari. Il servizio è gratuito e attivo in tutta Italia dalle 10.00 alle 24.00.