In Italia mancano trentamila medici, 4.000 in Campania, abolire il numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina?
di Pietro Cusati detto Pierino
Senza risorse e senza personale sanitario, mancano 30.000 medici e 250.000 infermieri, il Governo Italiano dovrebbe investire 30,5 miliardi di euro, secondo il 18/mo Rapporto Sanità del Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità, dell’Università di Roma Tor Vergata presentato al Consiglio nazionale economia e lavoro. Sono circa 12mila i medici che vanno in pensione ogni anno, se ne dovrebbero assumere almeno 15mila ogni anno per i prossimi 10 anni. Ci sono 5,7 infermieri per 1.000 abitanti contro i 9,7 dei Paesi EU: la carenza supera le 250mila unità rispetto ai parametri europei e per attuare il modello previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, ne servirebbero almeno quarantamila in più. I medici italiani guadagnano in media il 6% in meno dei colleghi europei e gli infermieri il 40% in meno. In Campania per essere in linea con le altre regioni, che pure denunciano carenza di personale, occorrono almeno 4.000 medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale in più e circa settemila infermieri . La Regione Campania ha approvato un disegno di legge per l’abolizione del numero chiuso per l’accesso alla Facoltà di Medicina, dal Consiglio regionale ,il 12 settembre 2023 e trasmesso alle Camere, è stato assegnato, il 7 novembre 2023 , alla VII Commissione Cultura della Camera. ‘’Invitiamo tutte le forze politiche,ha detto il Presidente Vincenzo De Luca , a sostenere la proposta di legge della Regione Campania. Nel momento in cui si registra una carenza drammatica di personale medico è inaccettabile tenere in piedi ostacoli di accesso alla facoltà di medicina, non legati peraltro a nessuna valutazione di merito. Così come è intollerabile un sistema di quiz che sta spingendo verso forme di depressione e di disagio mentale decine di migliaia di ragazzi e ragazze. Non ci sono motivazioni tecniche per mantenere il numero chiuso e, in ogni caso, ogni selezione va fatta dopo i primi due anni, ma sulle materie sanitarie non su argomenti che nulla hanno a che vedere con la medicina”.