29-30-31 Gennaio: “I giorni della Merla”
a cura di NonostantetuttiNonostante
Non finisce mai l’inverno senza far paura al merlo. È uno dei proverbi dedicati agli ultimi tre giorni di gennaio che secondo un’antica tradizione dovrebbero essere i più rigidi dell’anno.
Si racconta che alla fine di gennaio la merla che in origine era bianca come la neve, si chiuse in una tana con i suoi piccoli per superare il freddo intenso del mese che al tempo contava 28 giorni (calendario romano). Gennaio, infuriato, rubò così tre giorni a febbraio, riempendoli di neve, tormento e gelo. L’uccello rimasto senza cibo si infilò in un camino dove, a causa della fuliggine, le sue penne divennero nere e così rimasero per sempre. Da allora i merli non sono più bianchi ma neri e gli ultimi tre giorni di gennaio sono chiamati “I giorni della Merla”.
Secondo la cultura contadina in base a questi giorni si può prevedere il clima della primavera successiva. In particolare, se sono freddi, la primavera sarà bella ed arriverà in anticipo, se sono caldi arriverà in ritardo e sarà piovosa.
Persino Dante Alighieri, nella sua “Divina Commedia “nel capitolo XIII del Purgatorio, Girone degli Invidiosi, cita i giorni della Merla facendo dire all’anima di una nobildonna senese di nome Sapia: “Ormai più non ti temo! Come fa’ l merlo per poca bonaccia” (Ormai non ti temo più come fa il merlo per un po’ di bel tempo).
Un ultimo consiglio su come trascorrere queste fredde giornate viene da due vecchi dettipopolari che invitano a scaldarsi, a voi la libera scelta tra camino o un caldo abbraccio. Se i giorni della #merla vuoi ben passare, pane, polenta, maiale (macellato) e fuoco per scaldarti; non chiuderti nel guscio come una perla, già che arriva anche San Valentino, basta stringersi un pochettino, per disfarsi di tutto quel gran ghiaccio, non c’è niente di più caldo di un abbraccio.