Grande successo dell’opera “prima” del regista saprese. La poesia cinematografica di Re
di PINA CIMMINO
Il film “Tra uomo e mare” mi ha emozionata.
Paesaggi mozzafiato che fanno entrare nei polmoni il respiro del mare e delle verdi colline che gli fanno corona.
La luce meravigliosa, che rende brillanti i colori, il grigio della tempesta e la forza del temporale parlano di una natura solenne, grandiosa sempre. La storia semplice, cadenzata da tempi “umani”, senza frenesie, che rendono bello il vivere, anche quando si confronta con le difficoltà quotidiane.
Capisci che sei parte di una vita che fluisce e che ti è data in dono, per abitarla e non per stravolgerla.
Le relazioni umane che servono ad aprire il cuore alla gioia di incontri semplici e veri, non a incupirlo in mille circospezioni che lo imprigionano in gabbie psicologiche.
Il film di Fabio Re induce a ritmare la vita su due sillabe, come i toni del cuore: “gra-zie”.
Gli attori, non sono tali, perché semplicemente vivono, in ogni scena, il modo naturale del loro vivere quotidiano, nella disponibilità alle relazioni umane, indispensabili a cesellare le giornate. Che bellezza!
La sensibilità del regista ha espresso l’amore per la sua terra e la sua popolazione con gli accenti della poesia.
Il film ci fa desiderare vivamente di prenderci cura del nostro territorio, di amarlo come tenera creatura che, generosamente, ci accoglie in un habitat meraviglioso e confortevole.
Ci stimola ad essere una comunità felice e solidale, dove il bene di tutti sia il bene di ciascuno.
È l’eredità valoriale che ci hanno consegnato i nostri avi, la tradizione del piccolo borgo marinaro che ci ha generati.
Un auspicio per il nostro futuro.