Albanella (Sa) – Inaugurata la Mostra Internazionale DECALOGO per la DEMOCRAZIA SPAGNOLA del pittore spagnolo Josè Garcia Ortega
“Sto bene con voi, perché i colori sono quelli della mia terra. Sono rimasto perché la pelle dei braccianti è scura e secca, come quella dei contadini spagnoli. Qui sono venuto a costruire un pezzetto di libertà. Lavorare in queste terre, significa osservare e imparare costantemente, per portare poi con noi qualcosa di veramente puro e genuino che valga la pena di aver assimilato.
Ci sono dei momenti nella vita dei popoli, in cui gli artisti sentono che un’arte a contenuto rivoluzionario è una necessità. Quindi non più l’arte per l’arte. Noi poeti, musicisti, pittori, noi creatori d’ arte…contro coloro che predicano il disimpegno e l’evasione…sentiamo che il popolo ha bisogno di forme artistiche che chiamino all’unione per restituire libertà e democrazia al paese.»
Per bocca del dott. Nicola Cobucci, fiduciario della famiglia Ortega e lo stesso artista ad “esporsi” a Palazzo Spinelli alla “prima” del Decalogo della Democrazia spagnola.
Durante i lavori è stata data lettura di alcune lettere del “Pintor” e la sua più celebre intervista.
Il Sindaco di Albanella Renato Iosca ha introdotto i lavori ricordando il parallelismo storico che collega l’arte pittorica di Ortega ai moti del 1828 a Bosco paese martire della libertà.
Pasquale Sorrentino, Vicesindaco del Comune di San Giovanni a Piro e Consigliere della Provincia di Salerno con delega al Turismo, ha interrogato il pubblico presente su “cosa si è disposti realmente a fare pur di difendere una propria idea” ricordando come l’artista spagnolo abbia messo in discussione l’intera sua esistenza pur di difendere i più deboli e raccontare le gesta ordinarie del lavoro dei diseredati, degli ultimi della classe e delle ingiustizie sociali.
Il tour CHIAMATA ALLE ARTI (progetto della Provincia di Salerno) – ha ricordato Sorrentino – fa tappa a Albanella. Quando l’arte e la denuncia sociale raccontandosi alle comunità, diventano occasione di promozione territoriale su una base identitaria, che genera consapevolezza.
“La cultura è memoria, è conoscenza, è appartenenza a un territorio, a una comunità. L’arte è il veicolo grazie al quale la cultura può arrivare ovunque. In particolare l’arte di Ortega è il simbolo della lotta civile contro le derive violente della politica e di come la democrazia sia l’unico sistema che consente all’uomo di svilupparsi socialmente” le parole di Giovanni Lamberti, Presidente dell’Associazione promotrice Opera Nicola Vernieri che ha coordinato i lavori nel solco di un percorso che farà confluire “connessione artistiche” con l’obiettivo di alimentare un fecondo dibattito culturale.
La Mostra sarà visitabile fino al 26 Maggio.