VALLO DELLA LUCANIA: “UN FREMITO CUPO” POESIA INEDITA DI GENNARO SCELZA. LIRICA DEDICATA ALLA PAURA DI UNA NUOVA GUERRA MONDIALE
Con immenso piacere, in questi giorni, ho ricevuto una bellissima lirica inedita dal titolo “Un fremito Cupo”, dell’eterogeneo poeta e scrittore Gennaro Scelza, cittadino di Angellara (ex Maestro di scuole elementare). Un poema in versi liberi, inedita, scritta in questi giorni assolati di meta giugno. Ultimamente, l’Europa, ma anche il resto del mondo è entrata in una fase in cui la guerra non è più un tabù, ma viene normalizzata ogni giorno di più e resa un fatto quotidiano. Assistiamo invece, sempre di più, all’impossibilità di parlare delle scelte alternative alla guerra, con un panorama politico che sembra discostarsi ogni giorno di più dalla volontà popolare nella stranezza retorica, che la guerra serve per assicurare la pace, quasi fosse un destino ineluttabile, mentre la diplomazia tace o viene messa a tacere. Eppure, lo sappiamo almeno dai tempi di Von Clausewitz, (generale, scrittore e teorico militare prussiano) che la guerra rappresenta lo scontro tra due volontà che non trovano una soluzione diplomatica, meno costosa. Non che la dotazione di armamenti non serva (ovvio che così non è e sarebbe ingenuo pensarlo), ma un conto è evocare tale necessità per perseguire l’interesse nazionale, altro conto è ritenere che la guerra sia l’unica opzione sul tavolo, quasi fosse un inevitabile destino, senza voler considerare la possibilità della leva diplomatica come si sta facendo da troppo tempo. Su questi spettri di guerra, il poeta Gennaro Scelza scrive la poesia.
La poesia inizia cosi:
Galoppa il pensiero
Sulle ali del vento
In cerca d’un porto
Ove regna la pace.
Nella quartina di versi liberi, il pensiero del poeta corre e vola sulle ali del vento in cerca e verso luoghi sicuri a riparo delle guerre, dove governa la pace.
Poi il poeta continua:
Valica monti, sorvola vallate:
Uccelli e colombe
Piu non scorge nell’aria.
Il pensiero supera monti e sorvola vallate, dove non si incontrano ne uccelli e né colombe (simboli di pace)
Poi l’autore prosegue:
Scopre nei borghi un silenzio di tomba
Un vociare per ogni città
In questo distico di versi, si descrive la calma e il silenzio dei paesi mentre nella città c’è frastuono e grida.
Poi l’autore procede:
Momenti felici non trova
Solo spari, lamenti, dolori
Sangue innocente si vede
Negli angoli della città
Nei luoghi dove c’è guerra, non si trovano momenti felici, solo spari, urla di dolore, negli angoli della città, si scorgono morti di persone innocenti, vite umane militari e civili.
Poi il poeta continua:
Corre per il mondo un fremito cupo
Un’ombra di morte ci rende
Piu attenti, concreti, coscienti.
Corre per il mondo un brivido freddo, preoccupante, con l’ombra di morte sui popoli, che ci rende più attenti, realistici e consapevoli.
Poi il poeta conclude:
Porgiamo al fratello una mano
Per vivere insieme
In pace, in concordia, in amore,
in questa grande vallata
ove regna illusione, superbia.
Una corsa sfrenata al denaro.
La lirica termina con la riflessione o meglio con un appello di speranza e di pace, di tendere la mano al fratello e vivere in armonia e amicizia, in questo mondo dove comanda la superbia, l’inganno, per una corsa sfrenata solo ai soldi.