3 Dicembre 2024

di Stefano Cazzato

Sembrerebbe il titolo di una serie televisiva, e chissà che, con gli opportuni aggiustamenti, non se ne possa trarre una, ma a differenza di un Distretto di polizia o di un Carabinieri qui c’è molta più realtà che sceneggiatura, molta più verità che finzione. Unico doveroso adattamento lo pseudonimo collettivo (Wilson Marconi) con cui questi giovani degli anni Ottanta, da poco pensionati, hanno deciso di firmare il libro.

Il sottotitolo, Storie di vita, allude infatti alle vicende biografiche e professionali dei Vice Commissari della Polizia di Stato che presero servizio il 2 novembre del 1987, uomini ma soprattutto donne, e fu questa una sostanziale novità negli assetti sociali del nostro paese visto che solo con la legge di riforma del 1981 venne consentito loro l’ingresso in polizia.

Ed è probabilmente questa massiccia presenza femminile, attraverso cui in filigrana si possono scorgere i cambiamenti generazionali e mentali degli ultimi trenta quarant’anni di vita italiana, a tenere il racconto sempre in bilico tra privato e pubblico, tra personale e collettivo, tra autobiografia e biografia di una nazione, tra le speranze individuali, le esigenze di famiglia (come un matrimonio o la nascita di un figlio) e i doveri previsti dal servizio, svolti dal Nord al Sud, lungo tutto l’arco della penisola e nelle isole, in posti relativamente tranquilli o drammaticamente movimentati: operazione di intelligence, azioni anticrimine, perquisizioni e pedinamenti, arresti, lotta al traffico di droga, salvataggi ma anche, oltre alle attività repressive, quelle di diplomazia, di cura, di assistenza, di accoglienza, di sostegno fisico e morale.

Ma le storie dei commissari (ed è questo uno degli aspetti più interessanti del libro) si intrecciano con quelle di pregiudicati e criminali, di vittime di violenza e individui sfortunati, di prostitute e sfruttatori, di ragazzi smarriti e di migranti cui far fronte, in condizioni spesso emergenziali.

In una delle tante storie, tutte a loro modo interessanti perché è nel connettersi che i particolari formano il mosaico della comprensione, si parla ad esempio “del grande sbarco a Bari dall’Albania, con quella enorme nave surreale, straripante d’umanità in cerca di speranza”.

Un evento che, come molti di noi ricorderanno, ha rappresentato uno snodo fondamentale della coscienza morale nazionale di fronte a quanto si agitava e continua ad agitarsi oltre i confini italiani.

Se è vero – come dicono i documentalisti – che i racconti di vita sono anche un genere della conoscenza, se è vero – come affermano gli studi culturali – che la grande storia è fatta dal carattere spesso universale delle storie piccole e medie, il risultato è uno spaccato sociologico, una pagina di costume e di politica, una mappa, non solo criminale, del territorio, una geografia umana del male che c’è nel mondo, ma anche del bene capace di affrontarlo e di redimerlo non solo con la coazione ma anche con la pietà, il senso di giustizia, la legge, la Costituzione e la sensibilità personale di cui traboccano questi racconti.

Wilson Marconi, Commissari. Storie di vita, Aletti Editore, 2024, pp.196, Euro 16.00

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