19 Settembre 2024

Rubrica: “Il Taccuino di Baudelaire” di Giovanni Farzati

Ciclisti campani doc anni 70
Vincenzo Pannone, quando in un Giro d’Italia dilettanti fu segnato sul manubrio di Claudio Corti

Pedalavano da matti; quando non senti  la catena, le gambe girano;   sei in forma; erano gli anni 70; ciclismo di grandi campioni e poveri pedalatori rimpiccioliti da sforzi sovrumani:  è questo in fondo  il grande romanzo popolare di questo sport;.

C’era il Giro d’Italia del dilettanti di prima e seconda serie; in  una edizione di quegli anni, arriva un ciclista campano molto forte;  passista scalatore, svelto;  dalla buona tecnica; Vincenzo Pannone e si impone subito all’attenzione dei tecnici.

Veniva da Napoli con la maglia di Campione Regionale,  astuto, scatta che è una meraviglia; ma corre da solo; così Claudio Corti e il suo squadrone, lo mette nel mirino; appiccica con lo scoccio il numero di Pannone sul manubrio; come dire  occhio al 121, quando scatta;  prendiamogli la ruota; perché se no arriva al traguardo da solo.

Così il  Giro d’Italia, per il solitario Vincenzo Pannone, diventa una lunghissima cronometro controvento; gli squadroni del Nord fanno tattica, hanno fior di  corridori ma alla fine, in buon campano Vincenzo Pannone, piazza la sua botta, nono assoluto nella generale.

Tutti i team, lo applaudono, è un campione, solo soletto, con il vento contro o nelle lunghe scalate, non si è mai scoraggiato.

Ed ancora oggi, Vincenzo Pannone, mette tutti in fila, a 70 anni suonati; ha fatto un giretto in bici;  pochi giorni fa; giretto…per modo di dire;  quasi 200 chilometri, da Salerno al Gelbison, nel Cilento; con i suoi 2000 metri e ritorno.

Sgambata? a me sembra una tappa del Giro! il ciclista Vincenzo Pannone non finisce di stupire. Bravo!

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