Il bene-libro, ovvero l’editoria scolastica è un settore dalla significativa rilevanza in termini economici, sociali e culturali
di Pietro Cusati detto Pierino
Chi sceglie i libri? Chi li paga? Chi li usa? La valenza culturale del bene-libro ha portato all’adozione di normative speciali che ne condizionano le dinamiche di mercato. Un fatturato annuo a livello nazionale di circa un miliardo di euro tra nuove tirature dei libri di testo e rivendita dell’usato. L’editoria scolastica è caratterizzata da un forte e crescente grado di concentrazione, con la presenza di alcuni grandi gruppi titolari di ampi portafogli di marchi, perlopiù presenti sia nel segmento dei libri per la scuola primaria che in quelli dei libri per le scuole secondarie di primo e secondo grado. L’Antitrust ha avviato un’indagine conoscitiva sui mercati dell’editoria scolastica in Italia che comprende anche le pubblicazioni e gli ausili destinati a studenti e a docenti della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado. L’editoria scolastica in Italia è considerevole , oltre all’obiettiva rilevanza economica delle attività interessate, pari a circa un miliardo di euro l’anno, è noto l’impatto “stagionale” del reperimento dei libri per i consumatori, ovvero circa 7 milioni di studenti e le loro famiglie, e il coinvolgimento professionale di quasi un milione di docenti. L’indagine avviata dall’Antitrust intende approfondire le dinamiche concorrenziali dei mercati interessati e una serie di criticità oggetto di ricorrente considerazione pubblica, come l’andamento dei prezzi, le modifiche frequenti delle edizioni, le difficoltà di approvvigionamento e delle modalità di distribuzione, le possibili rigidità nelle modalità di adozione scolastica, anche considerando le innovazioni tecnologiche nel settore, soprattutto per quanto riguarda la combinazione dei formati cartaceo-digitale e la circolazione dei diritti di proprietà delle edizioni digitali.