25 Novembre 2024

Ad Alba ,Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha ricordato due figure del risorgimento, il Ministro Michele Coppino e lo scrittore della resistenza Beppe Fenoglio

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di Pietro Cusati

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad Alba ha ricordato due protagonisti ,due figure del risorgimento il Ministro Michele Coppino e lo scrittore della resistenza Beppe Fenoglio.

Michele Coppino ,il cui prestigio lo condusse anche alla presidenza della Camera dei deputati, sviluppò in particolare la sua azione, durante la sua guida al Ministero dell’istruzione. Nelle azioni parlamentari e di governo Coppino fece riecheggiare questioni che hanno animato il dibattito anche nella seconda metà del Novecento.

Beppe Fenoglio nasce ad Alba, in provincia di Cuneo, primogenito del macellaio Amilcare e di Margherita Faccenda. Nel 1943 è chiamato alle armi come allievo ufficiale. Dopo l’armistizio dell’8 settembre diventa partigiano di uno dei gruppi combattenti autonomi. Finita la guerra inizia a scrivere e a tradurre; entra in contatto con Calvino all’Einaudi, conosce Elio Vittorini, il successo letterario arriverà postumo.

Lo scrittore scompare a Torino, alla vigilia dei 41 anni, per un cancro ai polmoni: è il 18 febbraio del 1963. In vita pubblicò tre romanzi: «I ventitré giorni della città di Alba», «La malora» e «Primavera di bellezza». Sono i libri usciti postumi a far diventare Fenoglio lo scrittore della Resistenza, «Il partigiano Johnny» e «Una questione privata», uscito da Garzanti nel 1963, l’autore colma quel vuoto narrativo lasciato dai romanzieri italiani che avevano vissuto la lotta partigiana. Fenoglio ha portato la vita e la morte, le lotte e l’amore, tutto dentro quei venti mesi che cambiarono la storia dell’Italia. Negli anni del liceo fu preso da una passione “letteraria” che si sarebbe dimostrata formativa e indelebile, nel 1940 si iscrisse alla facoltà di lettere di Torino. Nel gennaio 1943 lo raggiunse la chiamata alle armi e fece il corso allievi ufficiali prima a Ceva poi a Pietralata (Roma), da dove dopo l’8 settembre rientrò ad Alba. Iniziò allora l’esperienza partigiana, che avrebbe segnato in modo decisivo la sua vita e la sua scrittura. Passato il tempo delle armi, fu difficile il reinserimento nella vita civile, anche per le tensioni familiari, soprattutto con la madre che gli rimproverava l’abbandono degli studi universitari, l’accanito vizio del fumo, la dipendenza economica dalla famiglia, l’appartarsi a scrivere per ore. Finché nel maggio 1947 fu assunto, per la conoscenza di inglese e francese, in un’azienda vinicola albese, la “Figli di Antonio Marenco”, per curarvi le esportazioni. Il confronto fra Michele Coppino e Francesco De Sanctis sulla questione delle cosiddette “scuole tecniche” manifestava due diverse visioni: l’una, quella del De Sanctis, che attribuiva a queste scuole una funzione esclusivamente di formazione professionale, l’altra, quella di Coppino, che immaginava, accanto all’addestramento professionale, la necessità di una solida istruzione storico- filosofica-letteraria.L’istruzione stimolata da Coppino, si traduceva in ampliamento della democrazia, dell’accesso dei cittadini ai loro diritti. Non più una scuola chiamata a formare soltanto classi dirigenti, ma chiamata a formare cittadini. Radici della scelta che il popolo italiano avrebbe poi sancito il 2 giugno del 1946. Alba, recita la motivazione della Medaglia d’oro al Valor militare a Beppe Fenoglio ,per la sua attività partigiana, ha simboleggiato “l’eroismo ed il martirio di tutta la Regione”. Preferendo, “alla resa offerta dal nemico il combattimento a fianco dei suoi figli militanti nelle forze partigiane”.

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