Il Taccuino di Baudelaire dell’8 ottobre 2024 di Giovanni Farzati
Rubrica “Il Taccuino di Baudelaire” di Giovanni Farzati
Agnone Cilento, il medico e il pescatore che aveva mangiato tutti i tipi di minestra
Un vecchio pescatore, un vero personaggio;; scrigno di memoria, ora, come tanti altri scrigni, irrimediabilmente perduti.
Insomma una volta, parlando di cosa era preferibile mangiare, anche per la salute, lui volle elencarmi quello che, in gioventù, si era ‘firato’ di mangiare. Tra i vegetali, c’erano tutte le specie spontanee, oltre a quelle coltivate; ma l’elenco degli animali, delle specie di animali che avevano avuto la ventura di incontrarlo sulla loro strada, e immancabilmente discesi lungo il suo esofago; questo elenco era impressionante. A parte i pesci, naturalmente, che erano la base della sua alimentazione, compariva una nutrita schiera di volatili: tordi, beccacce, colombi, gazze, civette, quelli che ricordo, e, naturalmente, le loro uova. Poi, anche se abitanti del mare, oltre ai pesci che normalmente noi mangiamo, facevano parte della sua episodica alimentazione la tartaruga caretta caretta, la ‘fera’, cioè il delfino, il pescecane e altre prelibatezze.
Tra gli animali ‘terrestri’ comparivano nel suo menù ‘a melogna’, che sarebbe il tasso; la volpe, il gatto il ratto, il cane, la rana, il serpente; insomma tutti gli esseri viventi che si muovevano sulla nostra terra, che nuotavano nel nostro mare, e che solcavano il nostro cielo (ma prima o poi dovevano posarsi, su qualche albero o roccia, o nel loro nido), erano destinati a incontrare le sue fauci.
Raccontava queste cose con gli occhi chiusi dal riso, e alla fine di ogni descrizione di ricetta a base di civetta, di serpente, e di tutti gli altri esseri commestibili che durante la sua giovinezza lo avevano incrociato, alla fine di ogni racconto, concludeva: dottò, sapite, era proprio sapurito! E rideva con la sua risata contagiosa, che mostrava le gengive edentule, affilate e possenti, che ancora, alla sua attuale veneranda età, potevano tranciare e masticare cose che noi umani non potremmo mai immaginare.
…testo di N.Tarallo