5 Febbraio 2025

Tra i libri che ho maggiormente gradito e gustato, con una lettura non affrettata, questo lavoro di Mirko Grasso per le “Frecce” di Carocci, “L’ Oppositore”, è senza dubbio, dal punto di vista storico/politico, quello maggiormente apprezzato.

di Domenico Maria Morace

Tra i libri che ho maggiormente gradito e gustato, con una lettura non affrettata, questo lavoro di Mirko Grasso per le “Frecce” di Carocci, “L’ Oppositore”,è senza dubbio, dal punto di vista storico/politico, quello maggiormente apprezzato.

Questa definizione del “socialista milionario”,lo diciamo subito, (parliamo delle Lire Italiane dei primi anni del secolo), non è provocatoria, ne demagogica. La sua casa natale è ben visitabile a Fratta Polesine. E assomiglia molto di più a una villa signorile che a un “basso” o i miseri abituri, che si vedevano nei paesi di tanta Italia, fino agli anni ‘50/60 nei paesi(ricordate i vicoli nel “Gattopardo”? O le miserrime case di campagna di “Pane, Amore e Fantasia? Il primo ancora 1962:l’altro dieci anni prima).

Nell’Immaginario, quantomeno di chi scrive, è da socialista avere in casa, un Pianoforte a Gran Coda(quasi 3 metri)..o forse si trovava almeno nella grassa borghesia del “Triangolo Industriale”(almeno!!!). A fine ottocento, sopravvive ancora saldamente, nelle campagne, l’archetipo Romano, poi sostanzialmente mantenuto dai Cristiani, che il numero dei figli è Potere, un messaggio di fertilità e abbondanza. E i 7 figli di Gerolamo Matteotti, negli anni 80 del 19° Secolo, la dicono molto chiara. Gli affari di Merceria e Metalli, vanno a gonfie vele.

E il socialista Gerolamo realizza e adotta molto (troppo?) degli schemi delle famiglie alto borghesi.

Chi vedesse le foto di Matteotti, come di Filippo Turati, come messaggio di immagine, rapportato a quei tempi, un modo di vestire, non solo civile e corretto, ma già improntato a criteri di eleganza, ovviamente, secondo i dettami di allora.

Basta un confronto solo “de visu” del 20/30enne Matteotti, e del 20/30enne Mussolini, per capire la lontananza reale, i mondi sideralmente opposti all’interno della Galassia Socialista(nel bene e, ahimè nel male, di una ideologia matrice di perversioni e tragedie che ancora oggi hanno lasciato troppo spesso un marchio d’Infamia).

Detto che il racconto di Grasso mi sembra ben impostato, piuttosto denso, ma di lettura non impegnativa, questo “Socialista Milionario”, per i pezzi autografi riportati, mi pare più che un Riformista della area di Turati puro e semplice, un Radical/Riformista, spesso in contrasto netto con lo stesso “Padre Nobile” del Socialismo Italiano.

Mi interessa concentrarmi sugli ultimi 3 anni della sua vita, tra il 1921e il 1924, il periodo più torrido di polemiche verso il Fascismo montante, poi vincente; e verso quei soli 2 anni scarsi, che davvero videro il peggio del sistema mussoliniano, non in senso di una violenza brutale, uscita fuori di controllo. Ma di un piano già precedentemente, concordato con i magnati di Torino, Genova e Milano, che necessitava di questa Fase 1: “Il Partito dell’Ordine”: a tutti i costi, con tutti i mezzi.

Dal discorso ricattatorio del 3 Gennaio 1925, e almeno fino ai Patti Lateranensi del 29, a mio modo di vedere, si attua una fase un po’ meno brutale, ma più metodologicamente spietata; quella della Fuga, o del Carcere, per qualunque oppositore. E’ lo strapotere dell’Ovra, al Primo Stadio.

I brani riportati di questo socialista anche atipico, ma davvero infiammato, meriterebbero una trattazione sterminata. Ne voglio, di questi anni, riportare solo qualche passo( e Riflettere poi quanto, hanno oggi di verosimile e reale).

Per ciò che attiene alla politica: dall’Intervento del 16 Dicembre 1921 sul Bilancio Provvisorio 1921/22.

“Il nostro Governo un giorno si orienta a Destra, un giorno a Sinistra. Un giorno accetta una imposizione, un’altro ne accetta un’altra. E ogni giorno, sentita l’ultima impressione,riceve l’ultima spinta; decide, e tira innanzi. E’ questa la ragione principale per cui in politica economica, in politica interna, in politica estera, in politica finanziaria, voi non rappresentate nulla. Siete la causa che contribuisce al disfacimento del Paese”.

Dall’Intervento del 18 Novembre 1923, sulla richiesta dei Pieni Poteri.

“Questa accolita di uomini mediocri, che il dittatore ha messo intorno a se come in certe compagnie teatrali, ha fatto presto a divenire imparaticcia di qualche distorta nozione di economia del pareggio, della forza nazionale, del transito verso l’industria, quella privata.

In sostanza, i Pieni Poteri, si domandano per questo: la risoluzione del problema finanziario esige capacità, cognizioni e precisa direttiva politica. Ma questo Governo non brilla per competenze; quindi, esso chiede che la Dittatura, già conquistata con la Violenza, sia confermata con il Voto più abbietto e avvilente che un Parlamento possa dare.”

Articolo di Gennaio 1924:

“Mai come in questo periodo la Legge è divenuta una finzione, che non offre più nessuna garanzia per nessuno. La libertà personale, di domicilio, e di riunione non sono più regolate dallo Statuto, e neppure di soli capricci della polizia, ma continuano a essere alla mercè di qualsiasi capo fascista. Ottanta cittadini questo anno(trascorso) sono stati uccisi impunemente da altri cittadini che godono il privilegio fascista; e le stesse esecuzioni sommarie pubbliche, non hanno avuto alcuna sanzione, non che di condanne, neppure di provvedimenti giudiziari. Migliaia di cittadini sono stati bastonati, feriti, percossi; centinaia di domicili invasi, devastati, senza che la polizia se ne sia mai accorta.”

Ridotto solo a 3 passi il primo abbozzo “politico” del Deputato Socialista, vorrei dedicare un poco di spazio, arricchendo questa grande personalità, per la sua sensibilità culturale, veramente acuta.

In merito alla scarsa partecipazione, alle visite culturali organizzate dal partito e da lui stesso(1920).

“E’ però veramente deplorevole che, meno un piccolo manipolo, la grande massa dei socialisti polesani non abbia partecipato(alle visite culturali),a Padova, Verona, Venezia, e altre.

Poichè pensiamo che socialismo non voglia dire vino e osterie; ma sia l’aspirazione all’elevamento intellettuale e morale della classe lavoratrice. E questo esperimento, invece, ci delude, e ci scoraggia”.

Infine, da appassionato melomane, trovo di alto pregio, Parigi, 15 Febbraio 1922, alla moglie, musicista e appassionata anch’essa:

“Non ti ho raccontato che sono stato al “Trittico” di Puccini, e ieri sera al “Romeo e Giulietta” di Gounod. Come vedi, mi do alla pazza gioia. Ma non sono rimasto molto entusiasta del primo( il “Trittico”): il secondo(Gounod) ha dignità e sforzo d’arte, ma non soverchia ispirazione. Se restassi ancora, lo farei per il Falstaff di Verdi, che non ho mai sentito. Questa eterna crisi dell’Internazionale non si risolve mai. Io e Turati ci siamo dimessi: perché con certa gente scema e presuntuosa, non si conclude mai nulla.”

Quindi il Matteotti ammirato da tanti socialisti e intellettuali europei: la lista sarebbe sterminata: e poi la passione per la Storia dell’Arte, che arriva a gustare i crocifissi quattrocenteschi di Nicola da Guadiagrele: e gli agganci tra la Scuola Senese, quella Aretina, e quella Umbra: Sassetta, Paolo Uccello, Melozzo da Forlì, Paolo Veneziano, Andrea del Castagno, Piero della Francesca.

E i rapporti con la letteratura di Oltre Oceano!

Insomma, certo non il Superuomo(pur se leggeva molto D’Annunzio),ma di sicuro un Super(in senso latino) Socialista. Decisamente, una razza estinta.

Ma una figura appassionante. Troppo mentalmente viva, aperta,curiosa e sensibile (e, aggiungo, profondamente Cristiana). Troppo pericolosa. Meno male che 100 anni dopo, non siamo pochissimi a ricordarla. La “Damnatio Memoriae” mussoliniana, con gli occhi della Storia, ha miseramente fallito: e, per nostra fortuna, molte altre volte!

Da acquistare; e custodire, gelosamente. Rileggere gli interventi, e trapiantarli a oggi. Tanta, tantissima attualità….sono già passati 100 anni? Sembra ieri!!!

P.S. “Anni Ruggenti” Zampa, protagonista Manfredi, 1962. Finale. La lettera del contadino di Matera che chiede al Duce…una finestra!

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