Il Taccuino di Baudelaire del 27 ottobre 2024 di Giovanni Farzati
Rubrica “Il Taccuino di Baudelaire” di Giovanni Farzati
Album di
Su un’anta il sentimento, sull’altra il rendimento.
Poi si dice che la gente non ha buone idee; il bello della vita, amore e affari insieme sfruttando la porta di ferro; di un casolare
abbandonato lungo una strada, in una curva; a qualche chilometro Serramezzana; tra I comuni più alti della Campania; un”anonimo ha scritto con vernice, due frasi, una d’amore e l’altra d’affari; la foto è stata scattata da Nicola Tarallo.
Tutti, tutti, dormono sulla collina.
Non restare a piangere sulla mia tomba, non sono lì, non dormo, sono mille venti che soffiano, sono la luce del sole sul grano maturo, sono le stelle che brillano la notte, non restare a piangere sulla mia tomba, non sono lì, non dormo. Canto Navajo
“era quello dei Santini di Rutino”; Rip Peppe; lo salutano le tante strade che ha percorso: il vento, il sole, la pioggia, una vita dura ma lui era contento; sarebbe stato un tema letterario molto caro al poeta tedesco Georg Heym; la vita di Peppe di Rutino;versi che sembrano scritti apposta per lui…
/Tempo d’estate, autunno, passa tutto e morte bruna ha ghermito ogni frutto. Senza strada è ogni vita ed intricato ogni sentiero/ distribuiva Santini a tutte le persone che incontrava; aggiungeva, molto spesso; un proverbio in dialetto, era piacevole ascoltarlo; che la terra ti sia lieve; Peppe macinava chilometri su chilometri; a piedi o in autostop; si spingeva anche nel napoletano, prendetevi un Santino; se poi qualciuno gli voleva anche offrire degli spicci, il Peppe di Rutino; faceva I salti di gioia e ringraziava; delle volte era un poco nervoso, se qualcuno rifiutava il Santino; non ci metteva niente a mandare tutti al paese di Pulcinella; qualche marachella l’ha combinata pure lui, come quella volta che fece arrabbiare di brutto una coppia di sposi e tutti gli invitati; come su suol dire… nessuno è perfetto.