L’Italia è una repubblica democratica fondata sull’astensionismo, chi non vota non ha fiducia nei partiti e nelle istituzioni, per caso ha torto?
Di Pietro Cusati detto Pierino
L’antico adagio sostiene che gli assenti hanno per definizione sempre torto, ma è proprio vero? In democrazia l’astensionismo dal diritto-dovere di voto è molto preoccupante, perché chi non vota ,prevalentemente i giovani, under 35, affidano ad altri di scegliere. L’assenza dei giovani dal dovere elettorale è una scelta auto-lesionista ,una sconfitta generazionale quella di non partecipare alla creazione del proprio futuro, lasciando che siano altri .Nel 1992 votò il 91% degli under 35 , quindi, le responsabilità del non voto dei giovani sono in gran parte della politica ,ma non solo, che non riesce a coinvolgere i giovani? La politica ,forse, non affronta con la serietà dovuta il lavoro ,l’occupazione e soprattutto l’inoccupazione giovanile ,il salario minimo ,la scuola ,i diritti civili, i tagli ai fondi alla cultura e il cambiamento climatico. Non votando, disertando le urne e con l’astensionismo non si risolvono i problemi dell’Italia ,un gesto dimostrativo solo insignificante. La maggior parte dei decreti legislativi ,il 60% circa , è legato a direttive e atti giuridici e leggi sull’ambiente dell’UE ,proviene da Bruxelles,i 76 rappresentanti dell’Italia che mandiamo noi a Bruxelles all’europarlamento attraverso le elezioni? A che serve ai giovani non votare e poi lamentarsi?
C’è in ballo il futuro di tutti. L’astensionismo si prospetta, purtroppo ,come la più alta percentuale della storia del nostro paese . Al legislatore e alle forze politiche spettano le soluzioni del fenomeno , per la sfiducia nelle istituzioni e nei partiti e recuperare il rapporto con gli elettori? Il voto è personale ed eguale, libero e segreto ,il suo esercizio è un dovere civico, l’elettore non può essere sostituito da altri.