3 Gennaio 2025
Il ricordo. Scelza, antesignano della comunicazione

Scelza, antesignano della comunicazione

PASQUALE SCALDAFERRI

on la medesima discrezione che ne contraddistinse il volitivo percorso terreno, dieci anni fa ci lasciava Antonino Scelza, mitico presidente e fondatore di Rete 7.

Dal 2014 un vuoto mai più colmato nella grande famiglia della comunicazione radio-televisiva. E non solo nel Cilento.

Nel 1992 ebbi la ventura di conoscerlo e tra noi si instaurò un rapporto talmente intenso che quando decise di realizzare il primo telegiornale di Rete 7, mi conferì l’incarico e con una redazione dinamica e incisiva creammo un prodotto editoriale che ha fatto tendenza, raccogliendo unanimi consensi e promuovendo un laboratorio di idee che contribuì a farne l’emittente del Cilento più seguita, anche al di fuori dei confini regionali.

La data fatidica (19 gennaio 1992) ebbe una coincidenza radiosa: la prima edizione del Tg7 partì lo stesso giorno del Tg5 diretto da Enrico Mentana. E sarà anch’essa una coincidenza, se oggi il direttore milanese, al timone del telegiornale de La7 di Urbano Cairo, adotta una sigla che nella base sonora ricalca quella che grafici e consulenti musicali di Scelza scelsero e approvarono 32 anni fa.

Antonino Scelza era verace e come tutte le persone che ragionano con il proprio cervello e lavorano alacremente, era suscettibile di errori. Ma la sua caparbietà, a volte testardaggine, lo aveva portato ad essere un riferimento imprescindibile nel panorama dell’informazione interregionale.

Sì, perché Scelza guardava con passione e attenzione non solo all’area nord del Cilento, ma i suoi interessi imprenditoriali erano concentrati anche nel Golfo di Policastro, inteso non come elaborato di un lessico comune, ma nella sua omogeneità geografica, ancorché estesa a tre regioni: Campania, Basilicata, Calabria.

Nella foto al centro Antonino Scelza durante una premiazione nel Golfo di Policastro

MERAVIGLIOSA CREATURA – Aveva capito che era cessata l’era delle radio e televisioni rionali e non bisognava disperdere un patrimonio di cultura, storia e capacità intellettuali, ma con il concorso di tutti e attraverso la scelta di professionisti nel settore, riteneva fondamentale mettere al centro un programma, lottando contro la miopia ed il perbenismo dilagante di imbonitori travestiti da imprenditori e politici evanescenti, ricchi di boria, ma poveri di un’armoniosa progettualità del territorio.

Alieno da ogni forma di compromissione, allergico a qualsiasi mediazione, ancorato all’etica e alla voce della coscienza, guidato dai sani princìpi ereditati dalla famiglia e forgiato dalla precedente appartenenza  all’arma dei carabinieri, Antonino Scelza è stato sempre un uomo solo al comando, coraggioso e capace di dire “no” soprattutto a chi, avanzando profferte non sempre trasparenti, cercava di ingabbiare, contaminare, distorcere un’informazione libera e imparziale.

Le sue scelte sono risultate sempre inequivoche, anche in stagioni in cui si registrava la discesa in campo di imprenditori impuri, verso i quali era più difficile stare sul fronte opposto. Ma Scelza ci è sempre riuscito magnificamente, a costo di sacrifici e rinunce, soprattutto in termini di introiti economici e raccolta pubblicitaria, risorse ineludibili per qualsiasi impresa, maggiormente per un’azienda che faceva comunicazione in un’area depressa e lontana dai grandi circuiti editoriali. 

Finché ha potuto, Scelza ha coccolato, svezzato e promosso -con tenacia, schiena dritta e busto non cedevole- la sua meravigliosa creatura, preservandola dalle perturbazioni di una società scivolata inesorabilmente verso il baratro, in cui l’unica verità è ancora oggi la finzione.

Detestava lo snobismo di taluni operatori dell’informazione, petulanti e complici del potere precostituito.

Il suo concetto di comunicazione non debordava mai dall’assunto più autentico, genuino e veritiero: il giornalista deve narrare i fatti e non deformare la realtà. O peggio, diventarne protagonista. L’unico insostituibile centro di gravità permanente era la notizia: sviscerata in tutte le sue accezioni. Senza badare se essa poteva giovare o nuocere a qualcuno, ma avendo come barometro il controllo delle fonti. E questo è il testamento che ci ha lasciato in eredità Antonino Scelza, editore di provincia, con orizzonti ampi e visione lungimirante. Mai succubo di camarille e bavosi ciarlatani!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *