19 Gennaio 2025

I protestanti francesi e la pedofilia

0
I protestanti francesi e la pedofilia di davide romano

di Davide Romano, giornalista

Lo scandalo degli abusi sessuali che ha travolto le comunità evangeliche francesi, portato alla luce da Mediapart con l’articolo intitolato “#MeToo: i protestanti francesi esaminano la loro coscienza”, non poteva che scuotere il fragile equilibrio del protestantesimo transalpino. La Federazione Protestante di Francia (Fpf) ha reagito con un comunicato che, tra doverosi mea culpa e promesse di riforme, tenta di salvare la faccia di fronte all’opinione pubblica.

«La sofferenza delle vittime non può essere ignorata», proclama la Fpf, che nel suo comunicato rende omaggio al coraggio di chi ha denunciato. Belle parole, certo. Ma il rischio che restino solo parole è alto, se non accompagnate da azioni concrete. È troppo comodo, infatti, dichiararsi solidali senza interrogarsi seriamente su come sia stato possibile che certi crimini si consumassero all’interno delle loro comunità.

Per dimostrare il proprio impegno, la Fpf ha annunciato una serie di misure: un numero telefonico dedicato per le vittime, corsi di formazione sull’etica dell’autorità e sessioni di sensibilizzazione interreligiose. Una risposta tardiva, forse, ma necessaria. La vera domanda è se queste iniziative saranno sufficienti a cambiare una cultura che, in alcuni ambienti protestanti, sembra aver chiuso troppo spesso gli occhi di fronte agli abusi.

Anche il mondo cattolico, che purtroppo conosce bene le ferite inflitte dagli scandali pedofili, osserva con attenzione. Papa Francesco, nel condannare duramente gli abusi, ha più volte sottolineato l’importanza di agire con fermezza e trasparenza: «Non basta chiedere perdono; bisogna garantire che simili crimini non accadano mai più». Forse il protestantesimo francese potrebbe prendere spunto da questo percorso di dolorosa ma necessaria autoanalisi.

Il protestantesimo in Francia, minoranza storica che ha affrontato persecuzioni e discriminazioni sin dall’epoca della Riforma, oggi rappresenta circa il 3% della popolazione. Le comunità evangeliche, in particolare, hanno conosciuto una crescita significativa negli ultimi decenni, ma episodi come questi rischiano di compromettere la loro credibilità. Non basta avere chiese piene; occorre che siano luoghi sicuri e rispettosi della dignità umana.

«Siamo determinati a trarre insegnamento da questi eventi», afferma la Fpf. Ma il rischio di restare prigionieri di proclami vuoti è sempre dietro l’angolo. Come ha osservato la sociologa Danièle Hervieu-Léger, «La fiducia non si ricostruisce con dichiarazioni, ma con azioni concrete e coerenti nel tempo». Il mondo protestante ha davanti a sé una sfida epocale: dimostrare che la fede non può essere usata come scudo per proteggere gli abusi, ma come forza per combatterli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *