Case vacanze fantasma a Tropea, arrestato il “Lupin” delle truffe: è un pregiudicato di Vibo
calabria7.it
Oltre venti truffe commesse nei confronti di turisti residenti in diverse regioni italiane che tra il 2018 e il 2022 avevano scelto Tropea e Cortina d’Ampezzo come meta delle loro vacanze. I carabinieri della Stazione di Vibo Marina e dell’Aliquota della Guardia di Finanza della sezione di Polizia giudiziaria della Procura di Vibo Valentia hanno individuato e arrestato il presunto truffatore seriale capace di mettersi in tasca 28mila euro frutto di raggiri effettuati con una semplice inserzione su noti portali del settore turistico. In carcere è finito un pregiudicato di Vibo destinatario di un’ordinanza di misura cautelare chiesta e ottenuta dalla Procura guidata da Camillo Falvo che ha coordinato l’indagine.
La truffa delle finte case vacanza a Tropea e Cortina
Il modus operandi prevedeva la pubblicazione l’annuncio di offerte per case vacanze ubicate a Tropea e a Cortina d’Ampezzo ma nella realtà inesistenti. Gli interessati prendevano contattato con l’inserzionista tramite telefono e questi raggirandoli li induceva a versare una caparra su conti correnti a lui riconducibili. Così, con un semplice click seguito dalla telefonata di qualche ignaro turista in cerca di una vacanza low-cost, il truffatore seriale incassava cifre che arrivavano fino a qualche migliaio di euro per bloccare l’immobile. Per rendere la trattativa ancora più credibile, in alcune occasioni stipulava persino finti contratti di locazione. Il finale della storia era però uguale per tutti: una volta giunti sul posto dell’agognata vacanza non c’era traccia dell’alloggio pubblicizzato, né tanto meno del locatore che, ovviamente risultava irreperibile.
Quante vittime ha mietuto il truffatore seriale?
Per rintracciarlo c’è voluto il lavoro certosino della Procura di Vibo e degli investigatori dei carabinieri e della finanza che hanno dapprima raccolto le varie denunce per poi riunirle in un unico procedimento al fine di fare emergere l’estrema e attuale gravità delle violazioni che se trattate singolarmente non avrebbero potuto raggiungere una soglia tale di pericolo da giustificare la misura cautelare in carcere per il presunto colpevole. Individuato il truffatore seriale, le indagini proseguono perché gli inquirenti puntano ora ad accertare l’eventuale coinvolgimento in ulteriori analoghi fatti.