Il piacere del testo: “Un presente che si amplia”

di Antonio Picarazzi

“Il piacere del testo” rubrica a cura di Stefano Cazzato
Lule è una e insieme dodici volti diversi, intensi, magari spigolosi eppure veri anche se con declinazioni diverse.
Dentro c’è qualcosa che affiora e, a volte, si palesa in maniera diretta. La realtà di Lule è un metaverso inteso come contemporaneità concreta e i tratti della fantascienza, laddove la forma pseudo scientifica viene utilizzata non per sublimare ma proprio per sostanziare la concretezza del presente, donano all’intero incedere narrativo una dimensione tutta sua e particolare.
Lule viaggia dalla fantascienza al reale e sempre ripropone uno schema concreto e mai asfittico o rinchiuso nel non accaduto.

E dentro ci sono le Donne, la loro esperienza, il loro rapporto con la società, la storia e la cultura.
L’autrice Cinzia Mescolini affronta anche, attraverso Lule, alcuni passaggi nevralgici della nostra epoca e non disdegna, spesso, di rappresentarli per ciò che sono: una fuga dalle esigenze della natura umana e delle Donne in particolare.
Dietro ci sono i conflitti del quotidiano e le mancate risposte che essi ripropongono progressivamente.
Poi, ci si potrebbe anche interrogare sulle motivazioni reali di questi silenzi assordanti, ma andremmo fuori tema e ritengo sia preferibile attenersi al racconto, ovvero ai racconti di Cinzia Mescolini.
Un bel libro soprattutto perché pone interrogativi senza baloccarsi in certezze illusorie.
C’è molto di autobiografico in Lule, e non poteva mancare ovviamente. In particolare, alcuni passaggi riproducono un vissuto nostalgico, evocativo, doloroso.
“Hanno un buon odore e spariscono all’improvviso. Questo Lule, nei suoi vent’anni aveva capito degli uomini. Il primo a sparire era stato suo padre. Aveva grandi occhi neri e un odore intenso di tabacco e vino. Si era dileguato, tra lo stupore di tutti, quando lei aveva dodici anni e nessuno ne aveva più saputo nulla. Sua madre diceva che era solo uno spiantato.”
“Lule sentì una confusione improvvisa, i battiti del cuore accelerarono all’impazzata come se stesse per esploderle il petto, poi l’emozione si sciolse in pianto e con la voce spezzata bisbigliò: “Papà, sei tu?”.”
In questo passaggio, Lule riflette sull’assenza del padre, una figura che svanisce misteriosamente dalla sua vita quando aveva solo dodici anni. Il dolore della perdita è percepibile nelle sue parole, nei suoi dubbi, ma anche nel modo in cui affronta la vita che le si presenta, sempre alla ricerca di risposte che sembrano sfuggire. La narrazione, infatti, non cerca di risolvere gli enigmi che la protagonista si trova a vivere, ma piuttosto di esplorarli, come se il valore del racconto stesse proprio nel cercare di capire e di interrogarsi.
Cosa c’è dietro e dentro Lule? Semplicemente un noi che scandaglia, riflette, si agita, misura e poi torna a riferirsi proprio a quel vissuto che lo governa.
Ed è Lule che si fa raccontare, come fosse un richiamo naturale e l’autrice, Cinzia, la asseconda, la coccola e le descrive in tutta la sua curiosa vitalità.
Pubblicato nel 2024 da Perrone Editore per i tipi di Affiori, questo libro è un viaggio nelle esperienze di donne, dei loro rapporti con la società, la cultura e la storia, che si intrecciano con temi universali come l’identità, la perdita e la ricerca di senso in un mondo in continuo cambiamento.
Il titolo stesso suggerisce un universo complesso, come il metaverso che l’autrice propone: un presente che non si esaurisce nei confini fisici, ma si amplia in dimensioni più ampie, dove la scienza e la fantasia si intrecciano. È un mondo in cui gli eventi e i sentimenti appaiono concreti, ma allo stesso tempo vengono analizzati attraverso una lente distopica, un approccio che permette all’autrice di non accontentarsi della superficie, ma di scavare nei lati più nascosti e complessi della vita quotidiana.
I racconti di Cinzia Mescolini sono attraversati da una tensione tra ciò che è visibile e ciò che è nascosto. Le donne che popolano le pagine di Lule sono spesso alle prese con le contraddizioni della società contemporanea, alle prese con un mondo che le sfida e le mette alla prova, ma che allo stesso tempo sembra non dare loro risposte soddisfacenti. Le scelte, le emozioni e le riflessioni dei personaggi femminili sono spesso difficili da decifrare, ma anche queste contraddizioni fanno parte del racconto.
Cinzia Mescolini non cerca facili conclusioni o certezze illusorie. Al contrario, pone interrogativi senza cercare di risolverli in modo semplice. In questo modo, Lule si presenta come una lettura stimolante, che non si accontenta di raccontare storie, ma che invita a riflettere e a interrogarsi sulla condizione umana, sulla natura dei legami, e sulle sfide che ci attendono nella nostra contemporaneità.
In definitiva, Lule è un libro che offre più di quanto appaia inizialmente. Con il suo stile sobrio e incisivo, Cinzia Mescolini crea un’opera che si muove tra la realtà e la fantascienza, tra il concreto e l’astratto, ma sempre con uno sguardo lucido e onesto sulla vita e sulla condizione femminile. È una lettura che invita alla riflessione senza mai cedere alla tentazione di offrire risposte facili.

Cinzia Mescolini, Lule, Affiori, 2024, pp.94.