21 Novembre 2024

13 aprile 1808 (214 anni fa) – 18 ottobre 1889 (133 anni fa)

Antonio Meucci: La sua fama di inventore è legata a uno degli “scippi” più clamorosi della storia, di cui, seppur con un ritardo di oltre un secolo, gli è stata resa giustizia.
Nato a Firenze e morto a Staten Island (isola di New York) nell’ottobre del 1889, si appassionò alla chimica e alla meccanica, in particolare alla parte dedicata all’acustica e all’elettrologia, alla “Scuola di Elementi di Disegno di Figura” all’Accademia di Belle Arti. Assunto come macchinista al Teatro della Pergola, qui attrezzò un piccolo laboratorio dove mise a punto un telefono acustico per comunicare all’interno del teatro.
Scritturato insieme alla moglie Maria da una compagnia teatrale attiva a Cuba, qui divenne una sorta di eroe per i preziosi contributi al sistema di disinquinamento dell’acqua e per aver introdotto la galvanostegia, una pratica che permette di ricoprire un metallo non prezioso con un sottile strato di un metallo più nobile per impedirne la corrosione.
Nel 1849, nel corso di esperimenti di elettroterapia, Meucci scoprì la trasmissione della voce per via elettrica e diede al sistema il nome di “telegrafo parlante”, ribattezzato telettrofono. Perfezionò l’invenzione a New York, anche e soprattutto per poter comunicare con la moglie costretta a letto da una grave malattia.



Depositato il caveat (una sorta di brevetto provvisorio) con il titolo “Sound Telegraph” nel 1871, per ristrettezze economiche non riuscì a rinnovarlo a partire dal 1874. Ciò spalancò la strada all’ingegnere scozzese Alexander Graham Bell che nel 1876 ottenne il brevetto del telegrafo elettrico, noto come il primo telefono della storia.
L’episodio aprì una lunga contesa tra Italia e Stati Uniti a colpi di carte bollate e sentenze, risolta in parte nel 2002, quando il Congresso degli Stati Uniti riconobbe la priorità dell’italiano nell’invenzione del telefono. In quel contesto emerse che lo stesso Meucci aveva presentato i suoi disegni all’American District Telegraph, la società per cui lavorava Bell, prima che quest’ultimo depositasse il brevetto.
Tra gli altri brevetti depositati dall’inventore fiorentino: le “Bevande frizzanti” a base di frutta e vitamine, i “Fogli di carta bianca e resistenti”, un “Nuovo modo di fabbricare candele” e gli “Oli per vernici e pitture”.

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