D.O.C. Castel San Lorenzo si spera nella rinascita del comparto vitivinicolo
di Pietro Accarino
Il territorio della Val Calore, ha vissuto, una crisi del comparto vitivinicolo, a dir poco, lancinante.
La débâcle della cooperativa Val Calore, con i suoi 1200 soci, ha determinato un crollo determinante del prodotto. Un area questa vocata principalmente alla viticoltura e all’olivicoltura. In questo ambiente si inserisce, per importanza, la cooperativa Val Calore.
Furono alcuni agricoltori che seppero scommettere in un sogno, nel lontano 1967, creando un opificio sociale, si poteva così combattere, lo spopolamento e la desertificazione della zona. In questi anni i soci hanno dato ai consumatori una gamma di prodotti certificati, attraverso la D.O.C. per quanto riguarda il vino e la D.O.P. Colline Salernitane per quanto riguarda l’olio.
Tuttavia, da quattro anni, nonostante la pandemia, con una nuova veste, con una nuova progettualità e con un nuovo brand la Cantina Sociale, denominata “Nuova Val Calore” è rinata. La zona ha ripreso, con energia, la leadership che merita e che sembrava quasi desueta. Da sempre l’agricoltore castellese, nonostante le gravi avversità ha saputo reagire tutelando con efficacia la qualità e la tradizione.
Con la ripresa della “Nuova Val Calore”, moderne realtà, nel contempo, sono sorte nell’area D.O.C Castel San Lorenzo. Circa 10 sono le nuove aziende vitivinicole e tante altre ancora, si stanno avvicinando, molti sono i giovani, con entusiasmo al settore. Qui, l’avventore al suo passaggio, si trova al cospetto di vigneti bassi e assestati, qui la cultura contadina e l’ambiente rurale contribuiscono a tale produzione. I comuni che fanno parte dell’area D.O.C. Castel San Lorenzo sono: Castel San Lorenzo, Roccadaspide, Felitto, Magliano Vetere, Aquara, Bellosguardo e Ottati.
In questi luoghi viene coltivato l’Aglianicone riconosciuto come vitigno autoctono dalla Regione Campania. Vengono prodotti e commercializzati i 7 vini facenti parte della denominazione di origine controllata Castel San Lorenzo, tra questi il fiore all’occhiello è, senza alcun dubbio, il Lambiccato, vero e proprio dolce nettare, il Barbera , il Passito ed altri ancora.
Che dire, si spera in un nuovo rinascimento denso di soddisfazioni, con nuove progettualità e nuovi obbiettivi (soprattutto economici) senza abbandonare la pregevolezza dei prodotti e la memoria laboriosa del passato.