21 Novembre 2024

31 dicembre 2022 – Fine di anno, tempo di resoconti e di progetti ed aspettative per il futuro

Di Francesco Sampogna

Fare resoconti, in un momento storico come questo che stiamo vivendo è letteralmente difficile, con lo strascico degli ultimi due anni condivisi con la “Pandemia Covid-19”, a cui fa seguito una crisi economica legata al fattore caro energia e guerra russo/ucraina, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti a livello mondiale, ai cambiamenti della scena politica, al “falso terrore” della “destra che avanza”, al “qatargate”, alla tangentopoli europea, allo scandalo dell’onorevole con gli stivali”, si potrebbe continuare ancora a scrivere … Pertanto dicevamo è difficile poter trarre conclusioni e fare delle riflessioni serene e distaccate, con dei resoconti, lasciamole ai Politici, ai “politologi”, basta aprire un qualsiasi canale televisivo ne troviamo di ogni colore politico.

Invece credo che sia molto opportuno e più proficuo, addentrarci sulle “aspettative per il futuro ed in modo principale per il Sud, per il Nostro Meridione”. Pnrr!

Si mi riferisco alle grandi aspettative che il nostro Paese riversa nei Pnrrpiano nazionale di ripresa e resilienza -.


Vediamo nel dettaglio generale di cosa stiamo parlando:

Il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è il documento che il governo italiano ha predisposto per illustrare alla commissione europea come il nostro paese intende investire i fondi che arriveranno nell’ambito del programma Next generation Eu. Il documento, recentemente approvato dalla commissione, descrive quali progetti l’Italia intende realizzare grazie ai fondi comunitari. Il piano delinea inoltre come tali risorse saranno gestite e presenta anche un calendario di riforme collegate finalizzate in parte all’attuazione del piano e in parte alla modernizzazione del paese. Il Pnrr raggruppa i progetti di investimento in 16 componenti, a loro volta raggruppate in 6 missioni:

Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;

Rivoluzione verde e transizione ecologica;

Infrastrutture per una mobilità sostenibile;

Istruzione e ricerca;

Coesione e inclusione;

Salute.

Il piano è stata realizzato seguendo le linee guida emanate dalla commissione europea e si articola su tre assi principali: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Secondo una relazione pubblicata dal centro studi del parlamento, il governo valuta l’impatto del Pnrr sull’economia del nostro paese con una crescita dello 0,8%, portando il tasso di crescita potenziale nell’anno finale del piano all’1,4%.

Parallelamente ai progetti di investimento, il Pnrr delinea anche le riforme che il governo intende adottare per modernizzare il paese. Riforme che costituivano una conditio sine qua non per ottenere i finanziamenti. La gestione e l’attuazione del Pnrr infine sono state definite con uno specifico decreto legge. Ogni soggetto coinvolto nel piano (inclusi i ministeri e le altre amministrazioni sia centrali che locali) sarà chiamato ad attuare gli interventi e le riforme di propria competenza. Al ministero dell’economia e delle finanze sarà istituita una struttura di coordinamento per il monitoraggio e il controllo dell’attuazione oltre al contatto con la commissione europea. A palazzo Chigi sarà invece creata una cabina di regia che avrà il compito di monitorare l’avanzamento del piano, proporre l’eventuale attivazione dei poteri sostitutivi e le modifiche normative necessarie per l’attuazione del piano. L’Italia è la principale beneficiaria di questo nuovo programma di finanziamento comunitario con 191,5 miliardi di euro di fondi suddivisi tra sovvenzioni (68,9 miliardi) e prestiti (122,6 miliardi). A tali risorse si aggiungono poi circa 13 miliardi di euro di cui il nostro paese beneficerà nell’ambito del programma Assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa (React-Eu). Il governo ha inoltre, con apposito decreto legge, stanziato ulteriori 30,62 miliardi che serviranno a completare i progetti contenuti nel Pnrr. La quota di risorse più ingente è assegnata per la realizzazione dei progetti inseriti nella missione 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica) del piano che riceverà poco meno di 60 miliardi di euro. Alla missione 1 (digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura) sono assegnati circa 40,7 miliardi, mentre alla missione 4 (istruzione e ricerca) con quasi 31. Circa 25 miliardi saranno poi assegnati alle infrastrutture, quasi 20 per coesione e inclusione e circa 15 infine per la salute.


Torniamo all’argomento principale, le ASPETTATIVE

Sono forti in questo momento le aspettative per il Sud generate dalla ingente quantità di risorse messe a disposizione dai programmi europei e nazionali. E per consolidare i dati positivi dell’economia meridionale e superare le principali criticità risulterà fondamentale bisogna fare buon uso di tutte le risorse di cui si potrà contare ora e nei prossimi anni. A partire dal Pnrr e dagli investimenti integrativi fino ad arrivare alla politica di coesione europea, il nostro Paese, e soprattutto il Meridione, ha a disposizione per i prossimi anni le risorse necessarie per consolidare il proprio percorso di crescita. Il 2023 è visto, quindi, come l’anno in cui l’attuazione del piano dovrebbe entrare a pieno regime e ci si auspica che ciò avvenga. Per quanto riguarda la politica di coesione, invece, è necessario che tutte le risorse dei diversi programmi siano protagoniste di un processo di rapida attuazione, di investimento fino a completare l’intero ciclo nel 2027, con un coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti, dalle Amministrazioni titolari degli interventi ai beneficiari. In conclusione, è necessario che tutte queste risorse vengano sfruttate programmando gli interventi in maniera sinergica tra loro e coerente con le esigenze di sviluppo dei territori, ponendo al tempo stesso una grande attenzione alla capacità attuativa degli stessi.

Facciamo si, mi rivolgo ai Politici, che grazie ai Pnrr, il Sud, il Meridione, diventi la Locomotiva Meridione, che diventi la motrice dello sviluppo economico, sociale, politico dell’intera nazione Italia. Ma a monte di tutto serve sinergia Politica, Coesione Ue e Nazionale.

Non ci resta che augurarci che la neo classe politica eletta (maggioranza e minoranza, destra/sinistra e centro) siano capaci di trarre i giusti vantagi per la Nazione dalle risorse messe a disposizione, superando i personalismi e capire che è finito il tempo del “politico ad poltronam”

ora serve il Politico Vero.

Forse quel Politico descritto da Piero Calamandrei.

“Piero Calamandrei scrisse che la politica non è una professione. Il che è ovvio se si vuol dire che la politica sia soggetta alla stessa logica degli affari. Ma la nobile arte della politica vuol dire vocazione e alta professione. Essa, come dice Max Weber in La politica come professione, deve mettere insieme l’etica della convinzione e l’etica della responsabilità, ovvero saper commisurare le finalità con i mezzi disponibili, con lo sguardo addestrato a guardare nella realtà della vita”.

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