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8 Aprile 2025

Redazione

La provincia di Salerno, secondo l’Istat, è al secondo posto dopo Napoli per la presenza di stranieri soggiornanti. A fronte di questi dati, ieri in conferenza stampa presso la Prefettura di Salerno, è stato tracciato un bilancio del progetto Fami (Fondo asilo migrazione e integrazione 2014-2020). L’emigrazione è aumentata a causa di due situazioni emergenziali: il costante afflusso di profughi dal mare, sbarcati negli ultimi mesi anche a Salerno e quello degli ucraini che fuggono dal conflitto bellico. Alla presenza del Prefetto Francesco Russo e dell’assessore regionale alla sicurezza Mario Morcone, è stata analizzata una prima area di intervento che ha previsto il rafforzamento della capacità di gestione e organizzazione dello sportello della Prefettura rivolto ai cittadini stranieri; una seconda area ha agito in sinergia con l’Asl sulla gestione dell’emergenza sanitaria con una campagna di screening anti-Covid, mentre una terza area ha attuato interventi sperimentali per il contrasto al caporalato. Nel febbraio del 2022 è stato sottoscritto un Protocollo d’intesa cooperativo per fermare lo sfruttamento lavorativo nella Piana del Sele. Un’unità mobile ha realizzato infatti un’attività informativa proprio su quel territorio con i cittadini stranieri distribuendo brochure multilingue e offrendo la possibilità di iscriversi in un’apposita White list dei lavoratori in regola con i documenti di soggiorno e interessati ad entrare in contatto con le aziende agricole del territorio. Sono stati 26 i lavoratori che hanno sostenuto i colloqui di selezione e 7 i contratti attivati.

Il “Fondo asilo migrazione e integrazione 2014-2020” (Fami)” offre un supporto agli Stati per perseguire i seguenti obiettivi: rafforzare e sviluppare tutti gli aspetti del sistema europeo comune di asilo, compresa la sua dimensione esterna; sostenere la migrazione legale verso gli Stati membri in funzione del loro fabbisogno economico ed occupazionale e promuovere l’effettiva integrazione dei cittadini di Paesi terzi nelle società ospitanti; promuovere strategie di rimpatrio eque ed efficaci negli Stati membri, che contribuiscano a contrastare l’immigrazione illegale, con particolare attenzione al carattere durevole del rimpatrio e alla riammissione effettiva nei Paesi di origine e di transito; migliorare la solidarietà e la ripartizione delle responsabilità fra gli Stati membri, specie quelli più esposti ai flussi migratori e di richiedenti asilo, anche attraverso la cooperazione pratica.

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