22 Novembre 2024

‘’Che cristiani saremmo se dimenticassimo che non si può fare politica senza ideali, senza principi, senza rigore morale’’

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‘’Che cristiani saremmo se dimenticassimo che non si può fare politica senza ideali, senza principi, senza rigore morale’’. A quaranta dalla morte del Ministro dell’agricoltura Giovanni Marcora, il partigiano‘’Albertino’’, l’attualità del suo pensiero.

Rubrica «Informazione Giuridico e Culturale» a cura di Pietro Cusati detto Pierino

Il ministro dell’Agricoltura ,più amato dagli addetti ai lavori,la vita di Giovanni Marcora è stata segnata da diverse tappe, in Parlamento ,da amministratore locale,da quello di imprenditore ma è ricordato soprattutto per essere stato uno dei ministri più “longevi” nella storia politica del Paese, guidando il dicastero dell’Agricoltura fra il 1974 e il 1980, per poi passare a quello dell’Industria nel biennio 1981-1982. Originario di Inveruno, piccolo comune del Milanese, nasce il 22 dicembre 1922. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Presidente di CFI – Cooperazione Finanza Impresa, Mauro Frangi, un messaggio:
«Rivolgo un cordiale saluto agli organizzatori e ai partecipanti al convegno nella ricorrenza dei cento anni dalla nascita e dei quaranta dalla morte di Giovanni Marcora. “Albertino”: il suo nome di partigiano lo ha accompagnato nel lungo impegno pubblico – è stato uno dei costruttori della Repubblica. Ha combattuto nella Resistenza per far conquistare al popolo italiano libertà, democrazia, affermare le ragioni della pace e della dignità delle persone. Ha dedicato impegno e passione alla partecipazione politica, divenendo sindaco, parlamentare e ministro, sempre attento a tenere insieme modernità e solidarietà.

Da parlamentare non ebbe esitazione a proporre una lettura penetrante della Carta costituzionale nel rapporto tra doveri inderogabili del cittadino e rispetto dei valori di ciascuno e fu promotore dell’approvazione della Legge sull’obiezione di coscienza al servizio militare.Conosceva bene i problemi dei produttori e delle aree rurali del Paese. Convinto europeista, da Ministro dell’Agricoltura, con la concretezza che lo caratterizzava, ha saputo portare nelle sedi comunitarie le ragioni di un riequilibrio delle politiche agricole a favore delle produzioni mediterranee, coniugando il progresso tecnico-produttivo con quello di chi in agricoltura vive e lavora.Nella sua azione di Ministro dell’Industria si dedicò anche a rendere protagonisti coloro che dalle trasformazioni economico-produttive si sarebbero trovati a pagare dei prezzi, salvaguardando i posti di lavoro.Ben marcata in lui era la matrice cattolico democratica che ha posto a servizio del bene comune, del rafforzamento dell’edificio repubblicano. Sviluppo e solidarietà come matrici di una democrazia autentica sono stati pilastri della sua azione politica e rappresentano un’indicazione per l’oggi».Da sindaco, parlamentare e ministro dedicò impegno e passione alla partecipazione politica e fu promotore dell’approvazione della legge sull’obiezione di coscienza al servizio militare.

Giovanni Marcora “riteneva la crescita dell’economia reale, a partire dal settore agricolo, uno strumento al servizio della giustizia sociale e della più equa redistribuzione delle ricchezze”. Lo ha scritto in un messaggio Adolfo Urso, ministro Imprese e Made in Italy. Urso ricorda che “era convinto che non si potesse avviare un reale e moderno sviluppo del paese senza una decisa azione di rinnovamento dell’apparato produttivo e commerciale nazionale, per accrescere la competitività del sistema rispetto alla concorrenza estera”.Marcora “aveva intuito che il difficile percorso dell’integrazione europea era uno scenario irrinunciabile entro il quale orientare le grandi scelte della politica del nostro paese ma al tempo stesso la comunità economica europea poteva rappresentare un’occasione per l’ammodernamento dell’Italia e il rafforzamento della sua stessa collocazione internazionale nel quadro delle potenze occidentali”. “Va sottolineata la sua preminente convinzione del primato che la politica e l’etica della politica debbono avere sull’economia”, “in suo nome oggi si possono recuperare spazi di confronto, di dibattito, di dialogo, di approfondimento di questioni fondamentali per la vita locale e nazionale. Il suo ricordo ci orienta a riportare l’etica al centro della vita del paese, dei comportamenti pubblici e privati, della riflessione e dell’azione politica di breve come di lungo periodo”. L’agricoltura “abbandonata e condannata all’assistenzialismo, in condizione marginale, Giovanni Marcora la volle centrale, rafforzando alleanze internazionali per fare dell’agricoltura mediterranea un’agricoltura che reggesse il confronto con le maggiori potenze europee, passando dai sussidi a pioggia alla programmazione”. Così Giuseppe Guzzetti, già presidente di Fondazione Cariplo, Marcora, è stato pioniere della sostenibilità, tra i primi a riconoscere all’agricoltura il ruolo di recupero ambientale. La consacrazione politica arriva nel 1974, quando Aldo Moro lo chiama al Governo come ministro dell’Agricoltura; Marcora resta ininterrottamente alla guida dello stesso dicastero fino al 1980 (viene varata in questi anni la “legge Quadrifoglio”), passando poi a quello dell’Industria nel biennio 1981-82. Epiche le sue battaglie a Bruxelles, dove difende gli interessi prima dell’agricoltura poi dell’industria italiana nel consesso europeo. Si spegne a Inveruno il 5 febbraio 1983. L’improvvisa immatura scomparsa di Giovanni Marcora ,disse di lui in un messaggio il compianto Presidente della Repubblica Sandro Pertini, è una perdita grave per la nostra Repubblica. Formatosi nella lotta antifascista e partigiana, amico fraterno e compagno di tante battaglie, saldo nei principi, di grande capacità politica e tecnica, dirigente aperto e uomo di governo retto, illuminato e deciso, è stato una delle figure più moderne e dinamiche tra i cattolici democratici del nostro tempo. Egli ha reso grandi e indimenticabili servizi al Paese negli alti incarichi di Governo che ha ricoperto.

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