23 Novembre 2024

“Nel 2023”… – Profezia o Casualità?

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Di Angelo Risi

Visti i tempi che stiamo vivendo. Passaggi epocali dove sempre di più si parla di intelligenza artificiale, di una maggiore sostituzione della manodopera mediante utilizzo di robot e di tanto altro ancora; c’è da chiedersi quanto sia stata profetica la canzone “Nel 2023” e quanto una casualità.

La canzone è tornata virale con l’anno appena iniziato. Il brano presupponeva un futuro ancor più incerto di quello che ci troviamo a vivere oggi. Alcuni suoi passaggi sono entrati nella storia e con l’arrivo del 2023 ed anche i più giovani hanno iniziato a conoscerla.

Il brano, inciso sia da Caterina Caselli che da Dalida, è un vero e proprio viaggio nel tempo che parte dal 2000, con una strofa pessimistica “Non so se vivrò, ma il mondo cambierà Il sole scenderà su di noi“.

Come detto, la canzone rappresenta una specie di viaggio nel tempo. Dal 2023 della seconda strofa, si passa al 2033 e poi al 3023 dove si immagina un futuro in cui “Le mie braccia non serviranno più e nessuno più lavorerà“. Non si sa se per mancanza di posti di lavoro, o perché Daniele Paci, che adattò la canzone per Dalida, aveva immaginato un mondo completamente automatizzato.

La canzone continua con una visione sempre più catastrofica del futuro, fino alla venuta di Dio nel 3033 “Per giudicare se è il momento ormai di pronunciare la parola fine. – Ma la storia continua – “Diecimila anni son passati” – e nonostante tutto – “Le rose sono vive, la pioggia cade ancora, le cose belle sono antiche“.

Il tema dominante, è quello di un mondo condannato dalla sua passiva remissività e dalla sua eccessiva dipendenza dalle proprie tecnologie esagerate, proiettato in un incerto futuro, incapace di accorgersi che la bellezza sta nelle cose semplici del passato. Dalida e la sua «Nel 2023» furono eliminate da Canzonissima dopo il secondo turno. L’edizione fu vinta da Gianni Morandi con «Ma chi se ne importa».

La storia di «Nel 2023» era il 1969, Dalida presenta la canzone a Canzonissima. Versione italiana, del grande successo internazionale del duo USA Zager & Evans, del 1968. “Nel 2023”, è la cover della canzone “In the Year 2525”. Il brano viene inciso anche in francese col titolo “L’an 2005”. Come detto, il brano descrive, millennio dopo millennio, l’umanità che sempre di più ricorre alle macchine e ai robot fino alla sua completa disparizione. Nel corso della canzone la musica diventa sempre più incalzante come a sottolineare l’angosciante fine del mondo che si avvicina.

Come detto, il testo del brano fu adattato da Daniele Pace per Dalida e parlava di un futuro molto problematico e in grado di creare ansia e preoccupazione. La canzone però ha una storia che viene da più lontano perché fu scritta da Rick Evans nel 1964 e rimase ferma per quattro anni fino a che la cantarono Zager & Evans col titolo “In the year 2525”. Riuscì ad arrivare al primo posto delle classifiche americane grazie alla spunta che gli diedero le radio texane, superando artisti di grandissima fama come Elvis Presley, Stevie Wonder e la band dei Beatles.

Di seguito il della canzone: “Nel 2023”

Nel 2000 io non so se vivrò,
ma il mondo cambierà.
Il sole scenderà
su di noi.
Nel 2023, 23
se il mio cuore batterà, non lo so,
ma troverà qualcosa che
lo farà batter più di te.
Nel 2033, 33
non vedrò più con gli occhi miei.
Ci saranno delle immagini che
un altro mondo mi darà.
Nel 3023, 23
le mie braccia non serviranno più
e nessuno più lavorerà,
più veloce il tempo passerà.
Nel 3033, 33
Dio verrà sulla Terra fra di noi
per giudicare se è il momento ormai
di pronunciare la parola “fine”.
Nel 6023, 23
la terra nella notte tremerà,
in quel momento l’uomo avrà paura,
avrà paura di morire.
Nel 6033, 33,
adesso io mi domando se,
se nell’uomo ancora esisterà
tutto quello che adesso ha.
Diecimila anni son passati,
l’uomo crede di aver raggiunto Dio,
d’avere in mano il mondo,
di conquistare il sole,
ma se ti volti indietro,
le rose sono vive,
la pioggia cade ancora,
le cose belle sono antiche.
Nel 2023, 23
io non ci sarò più,
ma tu mi cercherai
nell’infinito.”

Ma chi era Dalida?

Era una cantante e attrice francese di origine italiana. Nata a Parigi nel 1933 come Iolanda Cristina Gigliotti, ha iniziato la sua carriera musicale negli anni ’50 e ha continuato a cantare e recitare fino alla sua morte avvenuta nel 1987. Conosciuta per la sua voce potente e versatile, e ha avuto una carriera molto proficua, con oltre 170 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. Ha anche vinto diversi premi durante la sua carriera, tra cui il Premio della Canzone francese nel 1956 e il Premio della Canzone italiana nel 1957. Guadagnando anche il primo disco di diamante della storia, nel 1981, che fu creato appositamente per lei.

Dalida muore nella notte tra il 2 e il 3 maggio 1987, a vent’anni dal primo tentativo di suicidio. La donna era afflitta da depressione dalla morte di Luigi Tenco con il quale aveva un profondo legame sentimentale. Sul suo comodino viene trovato un biglietto vergato a mano e firmato, recitante: “La vie m’est insupportable. Pardonnez moi” (La vita mi è insopportabile. Perdonatemi).

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